lunedì 21 gennaio 2013

Come potrò dire a mia madre che ho paura?


"...La vita,
il domani,
il dopodomani
e le altre albe
mi troveranno
a tremare
mentre
nel mio cervello
l’ottovolante della critica
ha rotto i freni
e il personale
è ubriaco.
Ho paura,
tanta paura,
e non c’è nascondiglio possibile
o rifugio sicuro.

Ho licenziato
Iddio
e buttato via una donna.
La mia patria
è come la mia intelligenza:
esiste, ma non la conosco.
Ho voluto
il vuoto.
Ho fatto
il vuoto.
Sono solo
e ho freddo
e gli altri nudi
ridono forte
mentre io striscio
verso un fuoco che non mi scalda.
Guardo avvilito
questo deserto
di grattacieli
e attonito
vedo sfilare
milioni di esseri di vetro.
Come potrò
dire a mia madre
che ho paura?
La vita,
il suo motivo,
e il cielo
e la terra
io non posso raggiungerli
e toccare…
Sono sospeso a un filo
che non esiste
e vivo la mia morte
come un anticipo terribile.

Mi è stato concesso
di non portare addosso
vermi
o lezzi o rosari.
Ho barattato
con una maledizione
vecchia ma in buono stato.
Fu un errore.
Non desto nemmeno
più la pietà
di una vergine e non posso
godere il dolore
di chi mi amava.
Se urlo chi sono,
dalla mia gola
escono deformati e trasformati
i suoni che vengono sentiti
come comuni discorsi.
Se scrivo il mio terrore,
chi lo legge teme di rivelarsi e fugge
per ritornare dopo aver comprato
del coraggio.
Solo quando
scadrà l’affitto
di questo corpo idiota
avrò un premio.

Sarò citato
di monito a coloro
che credono sia divertente
giocare a palla
col proprio cervello
riuscendo a lanciarlo
oltre la riga
che qualcuno ha tracciato
ai bordi dell’infinito.
Come potrò dire a mia madre
che ho paura?
Insegnami,
tu che mi ascolti,
un alfabeto diverso
da quello della mia vigliaccheria."

Riccardo Mannerini, 1958


 http://youtu.be/bbEkrVHKoQI

giovedì 3 gennaio 2013

La più bella del reame

Ho preteso troppo da me stessa. Ho preteso di diventare la più bella del reame. Ho sognato non solo di essere magra, ma di essere bella. Persi i primi chili, ho creduto di poterlo diventare. Ma adesso, a (relativamente) pochi kg dal mio obiettivo ho capito. Non sarò bella. Non spariranno le smagliature, la cellulite, i capelli di paglia, la mia testa non diventerà più piccola, le ossa dei miei fianchi non di assottiglieranno, il mio seno diventerà ancora più piccolo e meno bello di ora, gli occhi non diventeranno più grandi e luminosi, la fronte non diventerà più alta e nobile, io non diventerò più alta, nè più graziosa. Ora non ho dubbi sul fatto che posso dimagrire, che potrò sempre farlo, che potrò ridurmi a un mucchietto d' ossa, che potrò lasciarmi morire di fame, ma tutto questo è accompagnato da una nuova consapevolezza: essere magra non mi renderà bella, non sarà sufficiente. Certo, sarò meglio di adesso, ma quella parola, quella che ho già ripetuto troppe volte in questo post, ecco, quella, non potrò mai associarla al mio nome. Ormai so che raggioungere quell' obbiettivo servirà solo a dimostrare che sono abbastanza forte per ottenere ciò che voglio, servirà a farmi sentire più a mio agio tra gli altri, servirà a farmi passare più inosservata, più normale. Ma a quello che inconsciamente desideravo davvero, la bellezza, gli sguardi ammirati degli uomini, l' invidia delle donne, non lo avrò. Ed è meglio così, forse. Però mi manca l' ingenuità di prima, quando credevo che perdere peso bastasse per ottenere tutto. Mi manca la frenesia di perdere chili e chili, mi manca desiderare ardentemente i commenti ammirati degli amici e dei parenti. mi manca immaginare il mio corpo, come sarebbe stato a 48 kg. mi mancano le illusioni che mi ero fatta in merito. Vorrei non saperlo, cosa mi aspetta. Vorrei non sapere che dimagrire renderà solo certi miei difetti più vistosi. Vorrei poter continuare a dimagrire immaginando che ad anarsene via con i miei chili se ne andassero anche tutte, tutte tutte le miei insicurezze, le mie paure, la mia poca stima di me. Vorrei ancora poter credere che dimagrire sia la soluzione a tutto.

sabato 22 settembre 2012

diciott'anni e non sapere che farsene.

alla fine questo giorno è arrivato.
E' arrivato il momento di fare i conti con tutte le aspettative deluse, le speranze tradite.
con tutto il tempo buttato nel cesso. Un anno di scuola perso, 20 kili persi. solo venti.
ma le aspettative erano molto più alte, non è vero piccola Estelle? le aspettative erano ambiziose.
sciocca illusa. Ci credevi davvero che per oggi saresti stata 48 kg. ci credevi davvero che saresti scappata in qualche città d' europa. ci credevi davvero che ti saresti resa il prima possibile indipendente. Ci credevi davvero. Illusa. E adesso hai diciott' anni, complimenti signorina può votare. complimenti signorina può prendere la patente. Complimenti signorina adesso è diventata grande. Cazzate. cose inutili. miserie. Se oggi avessi compiuto 15 anni non ci sarebbe stato niente di diverso, ho la stessa indipendanza e libertà di allora. nessuna. alla fine oggi ci sarà un pranzo con i parenti che non ho neanche voluto. Alla fine la necessità di apparire sempre la figlia perfetta, la nipote perfetta, la cugina perfetta, mi obbliga a piegarmi mollemente alla volontà degli altri, a cercare di fare sempre quello che si aspettano da me. Ma io  vorrei soltanto scappare cazzo, vorrei che tutta questa storia non mi riguardasse. vorrei che la mia vita, non mi riguardasse. Sono davvero troppo stanca.  Vorrei  farmi una tale dose di sonnifero da dormire tutto il giorno, e potermi svegliare domani, quando sarà già tutto finito. Buon compleanno Estelle, buon compleanno.

giovedì 5 luglio 2012

Era l'età della ragione,era l'età della follia.

 << Erano gli anni migliori, erano gli anni peggiori. 
Era l'età della ragione,era l'età della follia.
Era l'epoca della fede, era l'epoca dell'incredulità. 
Era la stagione della Luce, era la stagione dell'Oscurità. 
Era la primavera della speranza, era l'inverno della disperazione.  
Avevamo ancora tutto davanti a noi, non avevamo più niente davanti a noi. 
Eravamo diretti tutti in Paradiso, andavamo tutti dalla parte opposta. >>

(Charles Dickens - Le due città)

Era il tempo di fare degli errori, era il tempo di imparare da essi.
Era il tempo delle notti stupefacenti, e delle mattinate non vissute.
era il tempo di fare incredibili viaggi, verso universi lisergici.
era il tempo dello stupore, il tempo dell' estasi, il tempo del delirio.
era il tempo di innamorarsi, di prendersi cura di qualcun' altro.
era il tempo di dimenticarsi, era il tempo di dimenticare.
era il tempo di perdere tempo e riacquistare peso.

Era.

oggi è tempo di tornare.

Bentornata Estelle.
Bentornata.
Hai intravisto il paradiso, forse un pò troppo da vicino, e non ti è piaciuto.
hai intravisto il paradiso, e hai rivoluto un luogo più famigliare dove tornare.
Bentornata, Estelle. 
Bentornata nel tuo piccolo inferno.
 

domenica 22 aprile 2012

<< Cazzo Estelle, con quei vestiti larghi sembri proprio una to.... >>

risuona la voce di A. nella stanza impregnata di fumo.
Siamo tutti così Empatici, stasera.
Come le sere passate, oltretutto.
L' amaro elisir dell' Empatia è già sciolto nell' acqua e ci ha già reso tutti fratelli felici.
Che occhi grandi, che occhi rossi.
Che occhi vivi.
Siamo tutti belli stasera in questa stanza; anche io.
Anche io, che rifiuto la mia fetta di pizza, sempre.
che passo davanti allo specchio vicino all' entrata di questa casa,
mi guardo i capelli rossi e scompigliati, la maglietta cascante, i pantaloni larghi in tutti i punti, e riesco per un attimo a vedermi magra. Qui adesso.
Qui; nella casa sfitta di L, che dopo le vacanze di pasqua i suoi genitori sistemeranno e affitteranno, ma che per questa settimana è stata la nostra Tana, il buco sicuro e accogliente dove vivere insieme.
Adesso: Adesso che sono così poco lucida, così chimicamente felice, immersa nell' estasi perfetta di questo momento.
che perfezione magica c'è nella felicità.
quante possibilità abbiamo, adesso.
quanta perfezione sui visi dei miei compagni.
quanto sono profondi; i loro occhi.
occhi bruciati, occhi di petrolio nero,
di ambra liquida e di acqua limpida, adesso
sono solo pozzi neri e scuri e insondabili.
Ed è tutto amore, amore e Empatia.
stanotte siamo perfetti.
siamo simbiotici e inseparabili.
indistruttibili.
domani saremo tristi e forse,
forse ne sarà valsa la pena.
 

martedì 13 marzo 2012

quando non basta più, è perchè non può più bastare.

quando neanche il cibo ti fa stare meglio,
forse niente è più in grado di farti stare meglio.
Forse, a un certo punto, non ha neanche più senso cercare di stare meglio.
io vorrei solo essere magra, magrissima, magrissimissima.
voglio stare bene da stare male.
magra.
magra.
magra.
magra.
magra.
ancora di più.
voglio i pantaloni cascanti.
le mutande lenti.
le maglie gigantesche.
le hipbones.
i gomiti sporgenti.
le costole in bella vista.
il seno inesistente.
le cosce distanti chilomentri e chilomentri.
il sedere piatto.
il volto scavato.

voglio andarmene.

lunedì 27 febbraio 2012

il fallimento brucia tanto che rischio di morire ustionata.

A settembre mi ero compilata un delizioso programmino che prevedeva il raggiungimento dei 55 kg il 13 febbraio. Oggi è il 27 febbraio e sono 59.3 kg, ovvero 4,3 kg in più rispetto a ciò che avevo previsto.  Ora, considerando che il peso è l' unica cosa sulla quale attualmente ruota la mia esistenza, questo FALLIMENTO mi fa molto male, brucia proprio. Quindi, ho deciso che in questi giorni sarò inflessibile con me stessa, e dovrò necessariamente essere 57 kg per sabato. dopotutto basta organizzarsi. Ecco il programma della settimana:

Domani:
colazione: caffè sz
pranzo: mezza mela
cena: verdura

mercoledi:
colazione: orzo + 3 biscotti
pranzo: 2 carote
cena: il meno possibile -.-"

giovedi:
colazione: caffè sz
pranzo: quello che ci sarà in tavola -.-"
cena: come sopra -.-"

venerdi:
colazione: orzo + 3 biscotti
pranzo: mezza mela
cena: il meno possibile anche questa volta

Sabato:
colazione: caffè sz
pranzo: quello che ci sarà in tavola
cena: //

in più, ALMENO un ora di palestra tutti i giorni. Se questo non dovesse bastare, studierò un modo per digiunare l' intera domenica. Devo raggiungere i 57 kg in qualche modo. devo devo devo. se per qualche ragione dovessi rivedere il 60 sulla bilancia, penso che potrei morire. Ma non succederà, sarò forte. ce la posso fare.